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venerdì 26 novembre 2010

UOMINI DI DIO



Uomini di Dio è la storia che racconta la forza del credere in Dio, racconta il possibile rapporto tra le religioni, racconta la minaccia fondamentalista, nonché una storia di vera vita vissuta.
Otto monaci di origine francese vivono fino al 1996 in un monastero in Algeria e sono in perfetta simbiosi con gli abitanti locali. La comunità locale, che è di origine mussulmana, dipende dai monaci che seguono la religione cristiana e che danno a loro cure ed attenzione.
La vita scorre lentamente e serenamente nel villaggio e nel monastero, i ritmi sono quelli che la natura offre ad ogni stagione, la regola è quella dell' "Ora et Labora".  Alle feste mussulmane vi è la partecipazione dei monaci che si sentono parte integrante della popolazione, i capi famiglia e capi villaggio mussulmani si consultano con i monaci e ne descrivono le loro preoccupazioni giornaliere. Una vita armoniosa e quieta è quella che vivono questi monaci.

La situazione cambia quando il terrorismo integralista minaccia la serenità di tutta la popolazione della regione. Il terrorismo porta morti e su tutto il territorio si propaga la paura. Il panico non può non toccare i monaci che hanno ognuno un diverso atteggiamento innanzi a questo improvviso pericolo.
E' ben rappresentata nel film la forza della comunità, dell'unione tra i monaci. In primis è Padre Christian, il priore, che prende autonomamente le decisioni importanti. In seguito gli altri religiosi richiedono la discussione collettiva e la successiva votazione.
E' così che si va creando nel gruppo una forza sempre più solida e compatta. Quella che all'inizio era una paura ed una sofferenza individuale si trasforma nei giorni in una forma sociale e collettiva di condivisione che prende forza e consapevolezza liberando dal peso opprimente il singolo e caricando di energia nuova il gruppo.

Sono due le scene che meritano più di tutte la visione del film e che danno speranza a noi oggi.
La prima è una stretta di mano tra il capo dei terroristi e padre Christian. I terroristi, irrompono nella notte nel convento per rubarne farmaci per i loro feriti; non avendo ricevuto alcun che da un tanto autorevole quanto umile padre Christian, questi si ritirano. Padre Christian attira l'attenzione del loro capo dicendogli che in quella notte i cristiani festeggiano la venuta di Gesù, il capo fondamentalista torna sui suoi passi per stringere la mano del monaco in segno di rispetto verso di lui e verso la festività.

L'altra è una scena che emoziona per la sua forza, per la semplicità dei gesti, per l'energia che queste otto persone riescono a creare.
Prima di cenare, quanto i monaci sono seduti a tavola, il monaco medico porta ai compagni due bottiglie di vino rosso ed attiva il registratore che riproduce nella stanza musica classica. I volti di questi uomini, ripresi splendidamente in tutta lo loro espressività dal regista, mostrano le tensioni che vanno affievolendosi. Nota dopo nota, sorso dopo sorso, i volti dei monaci si rasserenano; le lacrime scendono liberando l'anima.
Tutti sono pronti per vivere fino in fondo la loro vita, tutti sanno cos'è giusto per loro. 



 
REGIA: Xavier Beauvois
SCENEGGIATURA: Etienne Comar, Xavier Beauvois
ATTORI: Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Sabrina Ouazani, Philippe Laudenbach, Jacques Herlin, Xavier Maly, Jean-Marie Frin, Abdelhafid Metalsi, Olivier Perrier, Adel Bencherif
GENERE: drammatico
PAESE: Francia 2010



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