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lunedì 15 novembre 2010

Joel-Peter Witkin



La prima volta che ho sentito parlare di Joel-Peter Witkin ero ad una lezione di Letteratura Inglese. La docente per simboleggiare ciò che stava descrivendo, in merito ad un lungo discorso che era partito dal testo di Dr. Jekyll e Mr Hyde, prese ad esempio alcuni quadri di Witkin . Ricordo che la proiezione sulla lavagna luminosa mostrava delle composizioni floreali in stile retrò. Non era nitida l'immagine e nonostante le parole della docente, che ne descrivevano la realizzazione e la funzione, dell'opera in realtà non ne percepii l'essenza.
Già prima avevo sentito parlare di questo artista, me ne era stato descritto scrupolosamente il medoto di lavoro. Molto singolare, e come per l'arte di Nitsch , non adatto a tutti e non apprezzato da tutti.




Witkin è nato a Brooklin, ha fatto il fotografo di guerra in Vietnam, poi si è specializzato come fotografo professionista ed in seguito ha approfondito l'arte della scultura. Molte delle sue opere fanno riferimento ad alcune di grandi del passato, rivisitate secondo una sua speciale visione.



Durante la sua ultima mostra milanese, al Pac, ho potuto ascoltare la video intervista dove Witkin racconta un episodio importante della sua vita, che tanti utilizzano per spiegare la sua crudelissima arte.
Quando era bambino si trovava per strada con sua madre, improvvisamente si sentì un terribile rumore, delle auto si schiantarono l'una contro l'altra. Witkin si trovava solo su un lembo di marciapiedi e verso di lui sta rololando qualcosa. Ai suoi piedi arrivò la testa, mozzata dallo schianto, di una bambina.









Quello che le fotografie mostrano non sono riproduzioni di parti di corpo umano, seno veri pezzi di uomini e donne, nonché di animali.
Witkin si è trasferito in Messico perché questo è l'unico paese dove si possono comprare corpi non solo di animale ma anche umani e su di questi si possono fare liberamente vivisezioni ed autopsie.
L'artista divide i corpi dei morti e li riassembla dando ad essi dei nuovi scopi e delle nuove forme.
E' crudele la sua tecnica, è spaventosa. Ma il risultato è strepitosamente affascinante.



(Glassmann)

Vi è un'opera che più di tutte ha attirato la mia attenzione e verso cui il mio sguardo si e perso per molti minuti. Il titolo è "Glassman" (uomo di vetro). Rappresenta un uomo il cui petto mostra una cucitura che parte dal collo ed arriva al pube. Il suo sguardo è perso nel vuoto e l'espressione del suo volto esprime calma e rilassatezza. E' stretto in una struttura metallica sottile che ne sorregge il corpo e che gli permette di non rendere palese il suo abbandono e la perdita dell'anima.
Witkin ha raccontato l'incontro con questo corpo. Questo uomo è stato ucciso da una pugnalata nello stomaco, non si sa da chi né come, non si sa se per sua colpa e per quale motivazione. Durante l'autopsia, effettuata sul corpo per scoprirne la causa di morte, Witkin assiste all'operazione. Nota un importante cambiamento nel volto dell'uomo. L'espressione tesa e corrugata che il volto mostrava non appena arrivato in obitorio si è tramutata il sollievo. Come se l'anima di quest'uomo avesse fatto pace con il mondo che ne ha scoperto la sua innocenza.
Witkin lo ritrae in questa dolce quiete.



Le opere di Witkin esprimono un pazzesco contrasto. Nonostante siano create dalla spietatezza di un uomo che assembla parti di corpo umano, con corpi animali ed oggetti, queste non ottengono l'ansia e l'angoscia dello spettatore che le guarda (soprattutto se non ne conosce la storia).  Sebbene il loro essere create sia terribile ed inconcepibile mostrano al pubblico una pace ed una tranquilla pacatezza. Un contrasto assolutamente innaturale ma reale.





Qui si possono trovare le immagini dei suoi splendidi lavori.

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