macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti

sabato 4 dicembre 2010

TUTTO L'AMORE CHE HO - JOVANOTTI





TUTTO L'AMORE CHE HO - JOVANOTTI
Le meraviglie in questa parte di universo,
sembrano nate per incorniciarti il volto
e se per caso dentro al caos ti avessi perso,
avrei avvertito un forte senso di irrisolto.

Un grande vuoto che mi avrebbe spinto oltre,
fino al confine estremo delle mie speranze,
ti avrei cercato come un cavaliere pazzo,
avrei lottato contro il male e le sue istanze.

I labirinti avrei percorso senza un filo,
nutrendomi di ciò che il suolo avrebbe offerto
e a ogni confine nuovo io avrei chiesto asilo,
avrei rischiato la mia vita in mare aperto.

Considerando che l'amore non ha prezzo
sono disposto a tutto per averne un po',
considerando che l'amore non ha prezzo
lo pagherò offrendo tutto l'amore,
tutto l'amore che ho.

Un prigioniero dentro al carcere infinito,
mi sentirei se tu non fossi nel mio cuore,
starei nascosto come molti dietro ad un dito
a darla vinta ai venditori di dolore.

E ho visto cose riservate ai sognatori,
ed ho bevuto il succo amaro del disprezzo,
ed ho commesso tutti gli atti miei più puri.

Considerando che l'amore non ha prezzo...
Considerando che l'amore non ha prezzo,
sono disposto a tutto per averne un po',
considerando che l'amore non ha prezzo
lo pagherò offrendo tutto l'amore,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho.

Senza di te sarebbe stato tutto vano,
come una spada che trafigge un corpo morto,
senza l'amore sarei solo un ciarlatano,
come una barca che non esce mai dal porto.

Considerando che l'amore non ha prezzo,
sono disposto a tutto per averne un po',
considerando che l'amore non ha prezzo
lo pagherò offrendo tutto l'amore,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho,
tutto l'amore che ho.

venerdì 26 novembre 2010

UOMINI DI DIO



Uomini di Dio è la storia che racconta la forza del credere in Dio, racconta il possibile rapporto tra le religioni, racconta la minaccia fondamentalista, nonché una storia di vera vita vissuta.
Otto monaci di origine francese vivono fino al 1996 in un monastero in Algeria e sono in perfetta simbiosi con gli abitanti locali. La comunità locale, che è di origine mussulmana, dipende dai monaci che seguono la religione cristiana e che danno a loro cure ed attenzione.
La vita scorre lentamente e serenamente nel villaggio e nel monastero, i ritmi sono quelli che la natura offre ad ogni stagione, la regola è quella dell' "Ora et Labora".  Alle feste mussulmane vi è la partecipazione dei monaci che si sentono parte integrante della popolazione, i capi famiglia e capi villaggio mussulmani si consultano con i monaci e ne descrivono le loro preoccupazioni giornaliere. Una vita armoniosa e quieta è quella che vivono questi monaci.

La situazione cambia quando il terrorismo integralista minaccia la serenità di tutta la popolazione della regione. Il terrorismo porta morti e su tutto il territorio si propaga la paura. Il panico non può non toccare i monaci che hanno ognuno un diverso atteggiamento innanzi a questo improvviso pericolo.
E' ben rappresentata nel film la forza della comunità, dell'unione tra i monaci. In primis è Padre Christian, il priore, che prende autonomamente le decisioni importanti. In seguito gli altri religiosi richiedono la discussione collettiva e la successiva votazione.
E' così che si va creando nel gruppo una forza sempre più solida e compatta. Quella che all'inizio era una paura ed una sofferenza individuale si trasforma nei giorni in una forma sociale e collettiva di condivisione che prende forza e consapevolezza liberando dal peso opprimente il singolo e caricando di energia nuova il gruppo.

Sono due le scene che meritano più di tutte la visione del film e che danno speranza a noi oggi.
La prima è una stretta di mano tra il capo dei terroristi e padre Christian. I terroristi, irrompono nella notte nel convento per rubarne farmaci per i loro feriti; non avendo ricevuto alcun che da un tanto autorevole quanto umile padre Christian, questi si ritirano. Padre Christian attira l'attenzione del loro capo dicendogli che in quella notte i cristiani festeggiano la venuta di Gesù, il capo fondamentalista torna sui suoi passi per stringere la mano del monaco in segno di rispetto verso di lui e verso la festività.

L'altra è una scena che emoziona per la sua forza, per la semplicità dei gesti, per l'energia che queste otto persone riescono a creare.
Prima di cenare, quanto i monaci sono seduti a tavola, il monaco medico porta ai compagni due bottiglie di vino rosso ed attiva il registratore che riproduce nella stanza musica classica. I volti di questi uomini, ripresi splendidamente in tutta lo loro espressività dal regista, mostrano le tensioni che vanno affievolendosi. Nota dopo nota, sorso dopo sorso, i volti dei monaci si rasserenano; le lacrime scendono liberando l'anima.
Tutti sono pronti per vivere fino in fondo la loro vita, tutti sanno cos'è giusto per loro. 



 
REGIA: Xavier Beauvois
SCENEGGIATURA: Etienne Comar, Xavier Beauvois
ATTORI: Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Sabrina Ouazani, Philippe Laudenbach, Jacques Herlin, Xavier Maly, Jean-Marie Frin, Abdelhafid Metalsi, Olivier Perrier, Adel Bencherif
GENERE: drammatico
PAESE: Francia 2010



mercoledì 17 novembre 2010

River off Life dei PFM

Su un libro che sto leggendo, "Bilal" di Fabrizio Gatti, si parla di questa canzone.








River of life
Rain was your birth
Gathered deep
Beneath the earth.
Search and seep,
Hollow stone
Issue and flow
Virgin stream
Meander free
It's a long way to the sea.
Caves and canyons
Stark prison walls
Swirl and hurl you
From white cascading falls.
Across the plain
Sweep your course
River roll
Follow your star.

There's a city
There's a bridge.
Ships and barges
Dark rusty hearts
Feed cranes along your banks.
Waste and poison
cloy where once men drank.
Forget the pain
From rain to rain
Journey's end
Is surely not far ...

lunedì 15 novembre 2010

Joel-Peter Witkin



La prima volta che ho sentito parlare di Joel-Peter Witkin ero ad una lezione di Letteratura Inglese. La docente per simboleggiare ciò che stava descrivendo, in merito ad un lungo discorso che era partito dal testo di Dr. Jekyll e Mr Hyde, prese ad esempio alcuni quadri di Witkin . Ricordo che la proiezione sulla lavagna luminosa mostrava delle composizioni floreali in stile retrò. Non era nitida l'immagine e nonostante le parole della docente, che ne descrivevano la realizzazione e la funzione, dell'opera in realtà non ne percepii l'essenza.
Già prima avevo sentito parlare di questo artista, me ne era stato descritto scrupolosamente il medoto di lavoro. Molto singolare, e come per l'arte di Nitsch , non adatto a tutti e non apprezzato da tutti.




Witkin è nato a Brooklin, ha fatto il fotografo di guerra in Vietnam, poi si è specializzato come fotografo professionista ed in seguito ha approfondito l'arte della scultura. Molte delle sue opere fanno riferimento ad alcune di grandi del passato, rivisitate secondo una sua speciale visione.



Durante la sua ultima mostra milanese, al Pac, ho potuto ascoltare la video intervista dove Witkin racconta un episodio importante della sua vita, che tanti utilizzano per spiegare la sua crudelissima arte.
Quando era bambino si trovava per strada con sua madre, improvvisamente si sentì un terribile rumore, delle auto si schiantarono l'una contro l'altra. Witkin si trovava solo su un lembo di marciapiedi e verso di lui sta rololando qualcosa. Ai suoi piedi arrivò la testa, mozzata dallo schianto, di una bambina.









Quello che le fotografie mostrano non sono riproduzioni di parti di corpo umano, seno veri pezzi di uomini e donne, nonché di animali.
Witkin si è trasferito in Messico perché questo è l'unico paese dove si possono comprare corpi non solo di animale ma anche umani e su di questi si possono fare liberamente vivisezioni ed autopsie.
L'artista divide i corpi dei morti e li riassembla dando ad essi dei nuovi scopi e delle nuove forme.
E' crudele la sua tecnica, è spaventosa. Ma il risultato è strepitosamente affascinante.



(Glassmann)

Vi è un'opera che più di tutte ha attirato la mia attenzione e verso cui il mio sguardo si e perso per molti minuti. Il titolo è "Glassman" (uomo di vetro). Rappresenta un uomo il cui petto mostra una cucitura che parte dal collo ed arriva al pube. Il suo sguardo è perso nel vuoto e l'espressione del suo volto esprime calma e rilassatezza. E' stretto in una struttura metallica sottile che ne sorregge il corpo e che gli permette di non rendere palese il suo abbandono e la perdita dell'anima.
Witkin ha raccontato l'incontro con questo corpo. Questo uomo è stato ucciso da una pugnalata nello stomaco, non si sa da chi né come, non si sa se per sua colpa e per quale motivazione. Durante l'autopsia, effettuata sul corpo per scoprirne la causa di morte, Witkin assiste all'operazione. Nota un importante cambiamento nel volto dell'uomo. L'espressione tesa e corrugata che il volto mostrava non appena arrivato in obitorio si è tramutata il sollievo. Come se l'anima di quest'uomo avesse fatto pace con il mondo che ne ha scoperto la sua innocenza.
Witkin lo ritrae in questa dolce quiete.



Le opere di Witkin esprimono un pazzesco contrasto. Nonostante siano create dalla spietatezza di un uomo che assembla parti di corpo umano, con corpi animali ed oggetti, queste non ottengono l'ansia e l'angoscia dello spettatore che le guarda (soprattutto se non ne conosce la storia).  Sebbene il loro essere create sia terribile ed inconcepibile mostrano al pubblico una pace ed una tranquilla pacatezza. Un contrasto assolutamente innaturale ma reale.





Qui si possono trovare le immagini dei suoi splendidi lavori.

venerdì 12 novembre 2010

GIOVANNI BAGLIONI - GET UP



Lo sentii tanto tempo fa suonare con suo padre, era ancora giovanissimo,
quando quest'estate l'ho sentito suonare dal vivo mi sono emozionata...

domenica 7 novembre 2010

ORNELLA VANONI - ROSSETTO E CIOCCOLATO





ROSSETTO E CIOCCOLATO - ORNELLA VANONI

Ci vuole passione
molta pazienza
sciroppo di lampone
e un filo di incoscienza
ci vuole farina
del proprio sacco
sensualità latina
e un minimo distacco
si fa così
rossetto e cioccolato
che non mangiarli sarebbe un peccato
si fa così
si cuoce a fuoco lento
mescolando con sentimento
le calze nere
il latte bianco
e già si può vedere
che piano sta montando
é quasi fatta
zucchero a velo
la gola soddisfatta
e nella stanza il cielo
si fa così
per cominciare il gioco
e ci si mastica poco a poco
si fa così
è tutto apparecchiato
per il cuore e per il palato
sarà bello bellissimo travolgente
lasciarsi vivere totalmente
dolce dolcissimo e sconveniente
coi bei peccati succede sempre
ci vuole fortuna perché funzioni
i brividi alla schiena
e gli ingredienti buoni
è quasi fatta
zucchero a velo
la gola soddisfatta
e nella stanza il cielo
si fa così
per cominciare il gioco
e ci si mastica poco a poco
si fa così
è tutto apparecchiato
per il cuore e per il palato
sarà bello bellissimo travolgente
lasciarsi vivere totalmente
dolce dolcissimo e sconveniente
coi bei peccati succede sempre


venerdì 5 novembre 2010

NICOLA TOFFOLINI

La prima volta che ho incontrato Nicola Toffolini mi è subito piaciuto. Una capigliatura folta grazie ai mille riccioli castani. Un volto dolce e simpatico ed un abbigliamento comodo nonostante presenziasse allo stand della sua galleria in una fiera d'arte contemporanea.
Abbiamo parlato delle sue opere e della sua professione teatrale. Con le guance arrossate dal caldo e dall'entusiasmo provocato dal racconto dei suoi compiti artistici mi accennava dei suoi progetti futuri.

La prima volta che incontrai una sua opera me ne immamorai immediatamente. E come può non nascere un amore per i suoi libretti minuziosamente compilati, tracciati con una precisione ed un controllo del segno sorprendenti. Sembrano rielaborazioni fatte a computer e poi stampate con stampanti professionali che permettono di ottenere massima qualità e pulizia nel tratto.
Non vi è sbavatura, non vi è correzione che l'occhio colga. Tutto è come può essere al meglio.

I soggetti raccontano di ricerche e di rielaborazioni, di natura e di crescita.































Dai suoi progetti scaturiscono le installazioni. Ambientazioni che lasciano lo spettatore in sospeso tra la sorpresa e l'emozione.






martedì 2 novembre 2010

L'EMOZIONE NON HA VOCE - ADRIANO CELENTANO



Questa è la canzone che mi da la forza di andare avanti per la mia strada...



L'EMOZIONE NON HA VOCE - ADRIANO CELENTANO
Io non so parlar d'amore
l'emozione non ha voce
E mi manca un po' il respiro
se ci sei c'è troppa luce
La mia anima si spande
come musica d'estate
poi la voglia sai mi prende
e mi accende con i baci tuoi

Io con te sarò sincero
resterò quel che sono
disonesto mai lo giuro
ma se tradisci non perdono

Ti sarò per sempre amico
pur geloso come sai
io lo so mi contraddico
ma preziosa sei tu per me

Tra le mie braccia dormirai
serena..mente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

Un'altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando so che lo vorrai

Due caratteri diversi
prendon fuoco facilmente
ma divisi siamo persi
ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
da un amore che ci dà
la profonda convinzione
che nessuno ci dividerà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

Un'altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando lo vorrai

poi vivremo come sai
solo di sincerità
di amore e di fiducia
poi sarà quel che sarà

Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
pienamente noi uhu uhu

MILK



Harvey Milk nel 1977 venne eletto consigliere comunale a S. Francisco. Questo film racconta la vera storia di Milk dai 40 anni fino alla sua morte nel 1978 per motivi politici.
E' stato il primo politico gay dichiarato ed è entrato in politica per attivare ed ottenere diritti per gli omosessuali. Milk continuamente sostiene che non è lui in prima persona a far politica, non è lui che parla alla gente ed ha vinto le elezioni (dopo varie sconfitte) è invece l'intero "movimento degli omosessuali" che parla e vince, lui ne è solamente la rappresentanza.
Milk ed il suo compagno Scott da New York si trasferiscono a San Francisco e fanno del quartiere di Castro una zona per omosessuali.
Magnifico il temperamento, la forza e determinazione di quest'uomo che sente tanto chiaramente la necessità di essere libero e di proteggere chi, come lui, soffre per la propria natura. Gli omosessuali erano messi al bando e continuamente perseguitati dalla polizia. Dovevano vivere nascondendosi e, qualora i genitori venivano a conoscenza delle loro tendenze, spesso li indirizzavano verso cliniche pisichiatriche. Era considerata gente malata.
Vi è una scena in questo film in cui Milk chiede alla stretta cerchia di amici che lo sostengono di iniziare loro stessi a fare la differenza, dovevano fare una cosa che fino a quel momento, nemmeno loro, erano riusciti a fare: dovevano tutti liberarsi dal peso del loro stato ed affrontare genitori, parenti ed amici dichiarando liberamente la loro omosessualità. Dai gesti, le parole, e la commozione è chiara tutta la sofferenza vissuta da queste persone. Troppo spesso è tremendamente difficile e faticoso essere noi stessi, la società ci schiaccia. Immaginatevi quanta forza e coraggio avevano questi primi uomini e donne! Chapeau a tutte queste persone di valore!!!!

Proprio nell'anno in cui Milk vinse la sua battaglia, 1977, io nacqui, mi piace pensare che qualcosa di molto positivo lega quella data alla storia.

Trailer qui

REGIA: Gus Van Sant
ATTORI: Sean Penn, Emile Hirsch, James Franco, Josh Brolin, Diego Luna, Brandon Boyce, Kelvin Yu, Lucas Grabeel, Alison Pill, Victor Garber, Denis O'Hare, Howard Rosenman, Stephen Spinella, Peter Jason, Carol Ruth Silver, Hope Tuck, Ashlee Temple, Cory Montgomery, Boyd Holbrook, Cleve Jones
SCENEGGIATURA: Dustin Lance Black
FOTOGRAFIA: Harris Savides
PAESE: USA 2008
GENERE: Biografico, Drammatico
DURATA: 128 Min

lunedì 25 ottobre 2010

COSA VOGLIO DI PIU'


In questo film vi sono tre tra gli attori che preferisco, è impossibile che non mi soddisfi!!
Devo essere sincera, la fine mi ha lasciato quel leggero amaro in bocca. Non per la fine in sé, che per ovvi motivi evito di  raccontare, ma per tutta la storia ed il suo evolversi.
Vi sono due coppie. Lui è sposato ed ha due figli, una vita precaria che non porta né soddisfazioni né certezze, sopratutto economiche. Lei convive con un compagno amorevole con cui cerca di avere un figlio, ha un buon lavoro e una bella cerchia di amici e uno stretto giro famigliare. Lui è stretto tra la morsa dei doveri famigliari e da quelli necessita uno sfogo. Lei all'apparenza vive una vita piacevole, ma tutto questo non riesce a soddisfarla.
L'insoddisfazione di entrambi per la loro vita li porta ad incontrarsi nei loro bisogni e divenire in seguito amanti. Dopo una passione incontrollata e violenta la coppia di amanti prende un ritmo cadeziato, si incontra il mercoledì sera di ogni settimana. Durante le loro serate danno libero sfogo e così temporaneamente placano i loro desideri, i piaceri, le insoddisfazioni, le insofferenze, le frustrazioni...
Una relazione che tampona i mali giornalieri, che fa vegetare i due in un'apnea perenne, che fa prendere tempo su decisioni importanti della vita...

E' proprio la mancanza di coraggio nell'affrontare la vita che mi ha lasciato l'amaro in bocca. La fine del film, a prescindere di come sia andata questa storia, è solo la conseguenza  di due soggetti che sfuggono innazi a loro stessi. Oggi sempre più gente scappa e non prende la vita in pugno. Pensa di amare e non sa nemmeno cos'è l'amore, è convinta di portare rispetto e non conosce nemmeno il rispetto, dichiara di sapere ciò che vuole dalla vita mentre invece non sa nemmeno cosa significhi vivere....
In questo film non ho visto l'amore come lo ha visto lo sconosciuto che mi era seduto a fianco e che a fine, sulle note conclusive, ha detto guardandomi "peccato". Io ho visto solo e solamente la vigliaccheria dell'essere umano innanzi all'unica vita che gli è concesso di vivere....






Regista: Silvio Soldini.
Attori: Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Teresa Saponangelo, Monica Nappo. Commedia: Durata 126 min.
Italia: Svizzera 2010
Warner Bros Italia

domenica 24 ottobre 2010

LE 13 ROSE


Una storia vera. Una bella storia, nonostante la sua crudeltà.
Donne che credono in qualcosa, donne che fortemente credono. Donne e amiche che si sostengono e si compattano in una leale e pura amicizia.
Viene narrata la fine della guerra civile spagnola del 1939, quando Francisco Franco inizia la sua dittatura. Le giovani fanno parte del circolo ricreativo socialista ed a causa di questo vengono accusate di far parte del complotto che vede la morte di Franco.
Il film si focalizza maggiormente su 4 delle ragazze e ne racconta la forza e la determinazione.  .......


Treiler qui


REGIA: Emilio Martínez Lázaro
ATTORI: Fernando Pardo, Pilar López de Ayala, Veronica Sánchez, Gabriella Pession, Marta Etura, Nadia de Santiago, Teresa Hurtado de Ory, Bárbara Lennie, Alba Alonso, Cèlia Pastor, Silvia Mir, Sara Martín, María Cotiello, Miren Ibarguren, Carmen Cabrera, Adriano Giannini, Enrico Lo Verso
PRODUZIONE: Enrique Cerezo Producciones Cinematográficas S.A., Pedro Costa Producciones Cinematográficas S.A.
DISTRIBUZIONE: FilmExport
PAESE: Spagna 2007
GENERE: Drammatico

martedì 19 ottobre 2010

JOSEPH KOSUTH




Clear square glass leaning


Five five's


Kosuth è un’artista concettuale. Negli anni 60/70 ha ridefinito la nozione di arte creando un’idea di essa che si basasse e dipendesse da un concetto. Dopo studi d’arte prima si dedica allo studio dell’antropologia e della filosofia.
Le sue opere non sono create per essere fini a se stesse, alla base della creazione artistica Kosuth pone un’idea, un concetto. L’elaborazione di questo concetto creerà l’opera d’arte che è conclusione di un percorso, è l’arrivare al nocciolo della questione. Un’idea di arte che si rifà al metodo di studio, di riflessione, di lavorazione tipici della filosofia. Come sostiene Kosuth “la mia opera è una costruzione della sua stessa idea”. Non è oggetto da guardare, l’effetto decorativo dell’opera è per l’artista significato di perdita del livello profondo dell’opera stessa. Per il suo lavoro utilizza il linguaggio verbale o immagini fotografiche, prende spesso spunto dalla pubblicità, ma a differenza della pop art o minimal art, utilizza l’elemento pubblicitario trasformandolo e decontestualizzandolo in modo che la gente non percepisca l’opera come pubblicità.

Investigation position 4



“Clear Square Glass Leaning”, il titolo si rispecchia nell’oggetto, una lastra, e l’oggetto si rispecchia nel titolo che ne descrive le caratteristiche.
Per “Five five’s” è stato utilizzato il neon per visualizzare cinque righe che contengono ognuna cinque numeri che vanno dall’uno al venticinque, in sequenza definibile, sempre come dichiarato dal titolo, cinque cinque.
Kosuth fa spesso uso del neon, sostiene: “il neon è simile alla scrittura, non è permanente. Ha una diversa dimensione della permanenza. Poiché il neon tende ad adattarsi bene ai progetti pubblici, che attirano più attenzione, la gente associa la mia opera ad esso. Ho iniziato ad usarlo a metà degli anni sessanta, ma rappresenta soltanto uno dei modi in cui lavoro”.
“Investigation proposition 4” è’ una ricerca seriale fatta sulla funzione significante delle parole in base a vari aspetti e punti di vista, differenti per ognuna delle serie.
“Art as idea as idea” l’ha riprodotta in varie lingue.
Un breve ma intenso viaggio nel mondo filosofico di Kosuth è quello che ci vuole per rimettere in discussione l’idea di arte…. concetto e programmazione o puro istinto?








venerdì 15 ottobre 2010

Max Gazzé - Mentre Dormi




Mentre dormi ti proteggo
e ti sfioro con le dita
ti respiro e ti trattengo
per averti per sempre

Oltre il tempo di questo momento
arrivo in fondo ai tuoi occhi
quando mi abbracci e sorridi
se mi stringi forte fino a ricambiarmi l'anima

Questa notte senza luna adesso
vola.. tra coriandoli di cielo
e manciate di spuma di mare
Adesso vola

Le piume di stelle
sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni
arrivare leggeri

Tu che sei nei miei giorni
certezza, emozione
Nell'incanto di tutti i silenzi
che gridano vita

sei il canto che libera gioia
sei il rifugio, la passione

Con speranza e devozione
io ti vado a celebrare
come un prete sull'altare
io ti voglio celebrare
come un prete sull'altare

Questa notte ancora vola
tra coriandoli di cielo
e manciate di spuma di mare
Adesso vola

Le piume di stelle
sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni
arrivare leggeri

Sta arrivando il mattino
stammi ancora vicino
sta piovendo
e non ti vuoi svegliare
resta ancora resta per favore

e guarda come...
vola tra coriandoli di cielo
e manciate di spuma di mare
Adesso vola

Le piume di stelle
sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni
arrivare leggeri

Vola... Adesso vola
Oltre tutte le stelle
alla fine del mondo
vedrai, i nostri sogni diventano veri!

martedì 12 ottobre 2010

WELCOM

 
 
 
Prendo parte del post che ho pubblicato su Bouquetdifantasia per scrivere la mia impressione a questo film.
 
Ieri ho visto un film particolarmente toccante. Grazie alla riprogrammazione estiva in questi ultimi mesi mi son fatta delle ottime scorpacciate di film particolarmente apprezzabili. Quello di ieri sera ha toccato le corde dell'umanità, e non posso non dire due parole in merito.
Titolo: Welcom. Il regista é Philippe Lioret.
Narra la storia di un diciassettenne iracheno che abbandona la sua terra per recarsi in Inghilterra dove è emigrata la sua giovane amata. In questo film vengono raccontate due forti verità dell'uomo; la prima riguarda la determinazione, il coraggio, il credete in quello che si fa e negli obbiettivi che ci si prefigge. La seconta riguarda l'immigrazione e tutto ciò che comporta: la sofferenza, il dolore, le difficoltà, la diversità, l'amore, lo sfruttamento...
Bilal, il giovane protagonista, dopo aver percorso a piedi il tragitto dalla sua nazione fino alla Francia del nord ed aver affrontato tremendi disagi, cerca di attraversare la Manica. Prima fallisce il suo tentativo di prendere un traghetto, poi si fa cogliere dai controlli della dogana quando clandestinamente sale su un cammion diretto per l'Inghilterra. Vi è un unico modo per raggiungere il suo obbiettivo, nuotare.
Non sto ora a raccontare tutto il film ed a sottolineare tutti i tragici particolari di questa vicenda, quello che mi interessa sono le considerazioni che ne escono. Ieri, durante la visione del film, e sempre più spesso nella vita di ogni giorno, mi sono fatta questa domanda "chi ha deciso che IO devo vivere nell'agio e nella serenità e LUI/LEI deve vivere nella sofferenza, nel dolore e nella paura della vita?". Chiedo a tutti voi di porvi queste domande: Chi siamo noi  per obbligare l'altro essere umano a condizioni di vita inferiori rispetto alle nostre? Con che diritto e secondo quali determinanti motivazioni dettiamo legge e vincoliamo le vite altrui? Perché io che sono nata in Italia a Bergamo dovrei avere più diritti umani e considerazione di altra gente? La mia carne e la mia mente io non li trovo poi tanto diversi dagli altri, quello che cambia è solo una serie di dettagli identificativi...
 
 
E' un film che fa pensare.
 
 
 
REGIA: Philippe Lioret
SCENEGGIATURA: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol, Olivier Adam
ATTORI: Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard, Selim Akgül, Firat Celik, Murat Subasi, Olivier Rabourdin, Yannick Renier, Mouafaq Rushdie, Behi Djanati Ataï
PAESE: Francia 2009
GENERE: Drammatico
DURATA: 115 Min
 

lunedì 11 ottobre 2010

UNO SU DUE




L'ambizione dell'avvocato Lorenzo Maggi apre le scene di questo film. Lui ed il socio Paolo Albini (Giuseppe Battiston) hanno uno studio d'avvocatura che stanno cercando di far crescere professionalmente.
Un'improvviso ricovero ferma la vita di Lorenzo e la indirizza verso l'incognita del futuro e la conoscenza della possibilità di morte. Non riuscendo a sostenere il peso di questa incertezza la paura di Lorenzo diviene sempre più forte ed ingestibile, tanto che come reazione si stacca dalla fidanzata convivente.
Un favoloso Ninetto Davoli interpreta il compagno di camera dell'ospedale (l'1 della storia) e con lui Lorenzo (il 2 della storia) inizia ad avere nuovi stimoli e nuove possibilità...

Splendida l'interpretazione di un serio e impaurito Fabio Volo.

Per ulteriori informazioni qui


Cast:    Fabio Volo, Anita Caprioli, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei, Agostina Belli,
            Paola Rota, Francesco Crescimone, Pino Calabrese, Luca Martella
Regia:    Eugenio Cappuccio
Sceneggiatura:   Michele Pellegrini, Francesco Cenni, Massimo Gaudioso, Eugenio Cappuccio,
                        Fabio Volo
Durata:   01:40:00
Generi:   Commedia, Drammatico



domenica 3 ottobre 2010

LA PASSIONE



Ieri ho visto il nuovo film di Mazzacurati.
La trama l'ho trovata perticolarmente semplice, forse un pò banale.
Orlando impersona un regista, Gianni Dubois, in crisi dopo ben cinque anni di buio artistico. Da Roma è obbligato a correre in Toscana dove ha problemi con un appartamento di sua proprietà. Le tubazioni perdono acqua e vi è un'infiltrazione che sfocia proprio nella parete della chiesa dove vi è un affresco della passione del 1596.
Lui che è considerato dalla critica un amante dell'arte è costretto dal Sindaco ad accettare di dirigere la rappresentazione del Venerdì Santo piuttosto che ricevere una denuncia ai beni culturali.
Da qui parte tutta la vicenda che dura una settimana tra preparativi della rappresentazione cristiana, la sua messa in scena. Nel frattempo, stretto dalla morsa del suo produttore, deve scrivere un valido testo per la realizzazione di un film cucito appositamente per la nuova giovane star italiana del cinema; questa è la unica possibilità per salvare la sua vita artistica.

Splendida l'interpretazione di Orlando, ogni volta piacevole quella di Giuseppe Battiston che impersona un ladro che diviene aiuto sceneggiatore, meritevole il Cristo di Corrado Guzzanti.

Ho trovato i personaggi, con la loro interprestazione, molto più validi della trama che dovevano seguire.


Qui trovate il sito ufficiale: LA PASSIONE  il trailer

REGIA: Carlo Mazzacurati
SCENEGGIATURA: Umberto Contarello, Doriana Leondeff, Marco Pettenello
ATTORI: Silvio Orlando, Cristiana Capotondi, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti, Kasia Smutniak, Maria Paiato, Stefania Sandrelli, Marco Messeri, Fausto Russo Alesi, Giovanni Mascherini
Ruoli ed Interpreti

FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
MONTAGGIO: Paolo Cottignola, Clelio Benevento
MUSICHE: Carlo Crivelli
PRODUZIONE: Fandango, Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia 2010
GENERE: Commedia
DURATA: 105 Min

venerdì 1 ottobre 2010

David LaChapelle








Lachapelle va sempre al sodo con le sue fotografie, si sviluppa e crea un’identità unica. La linea proposta dal fotografo risulta a volte bizzarra, esagerata, i colori vivacemente accesi propongono immagini costruite su misura che esprimono un eccesso d'erotismo che va dall’essere onirico e all’essere reale. Niente fotoritocchi, ogni scatto è vero, tangibile. Dopo una lunga ed attenta preparazione scenica, prove e riprove di recitazione corporale, i personaggi vengono immortalati in un atteggiamento deciso nei suoi minimi particolari. Nulla viene dal caso. Le scenografie non lasciano nulla da invidiare a quelle dei grandi film e i personaggi divengono veri attori che recitano una parte.
La sua opera ci offre una sua riflessione sulla morte, sui disastri, tecnologici o naturali che siano, la negatività del consumismo e la facilità d’accumulazione d'oggetti inutili, l’ossessione per il corpo perfetto ricercato dalle vittime del fitness.Gente comune che si improvvisa attore, ma anche artisti, celebrità di varia natura che si concedono agli scatti insoliti di Lachapelle. Troviamo spesso Amanda Lepore, transessuale ispiratrice di molti scatti, è più volte presente anche Pamela Anderson, vi sono poi Elton John, Uma Thurman, Madonna, Leonardo Di Caprio, Elisabeth Taylor, David Beckham,…

Il sito ufficiale qui